Annapurna (versante Nord) 8.091m - 2006

11 ottobre 2006, è l’alba. È la seconda notte che, io, Dante, Gnaro e Marco, appesi in un pendio a 45%, passiamo in una minuscola tenda a 7000 metri con il vento a cento all’ora e la temperatura a –15! Siamo al limite della sopportazione, mangiare è un ricordo, riusciamo solo a bere per non disidratarci definitivamente.

Il 12 ottobre cessato il vento, tentiamo la vetta: è l’una di notte. Sopravvivere 36 ore in queste condizioni senza mangiare è infernale, Dante non se la sente. Gnaro, Marco Confortola, Themba ed io troviamo subito un crepaccio duro da aggirare al buio. A 7500 un muro di ghiaccio vivo ci ferma, fissa nella mente la solita immagine della discesa, ma questa volta la voglia di riuscire è troppa, testa bassa e avanti, solo brividi di paura nella pelle.
Fino all’alba ci diamo il cambio poi il ritmo di Themba e Gnaro aumenta, fanno traccia. Verso 7.800 mt si passa da neve ventata che suona a neve fresca fino alle ginocchia: a 300 mt Gnaro e Themba pestano e aprano la traccia ma il vento forte la copre. Confortola è 100 mt davanti a me, non sempre riesco a intravedere le sue orme. Lasciato il colle che divide la cima centrale e la principale dell’Annapurna I , sono a pochi metri dalla vetta! Gnaro, Themba e Marco scendono già, mi dicono che manca poco, proseguo da solo seguendo le tracce sulla neve.

Ore 12.30, raggiungo il sogno e ho solo un secondo per assaporarlo sono a sulla vetta dell' Annapurna 8091m, senza Abele e senza Christian, dopo tanti sacrifici non è così che l’avevo immaginato, la solitudine in quegli attimi è paurosa.

La discesa incombe, ringrazio Dante di esserci e di avermi aspettato, quando vedo il viso di Adriano capisco che di avere scritto un capitolo di questa splendida storia che è l’alpinismo.